Loading

Nelle sale di Camera – Centro italiano per la fotografia, situate in via delle Rosin, a Torino, è allestita una straordinaria esposizione fotografica che merita senza dubbio di essere visitata. Si tratta della mostra “Robert Capa e Gerda Taro, la fotografia, l’amore, la guerra”, curata con maestria da Walter Guadagnini e Monica Poggi, e aperta al pubblico fino al 2 giugno 2024.

Intreccio di Storia e Sentimento

L’esposizione, sviluppata attraverso centoventi immagini, pone l’accento sull’intreccio tra la storia d’amore, l’impegno politico e la collaborazione artistica tra i celebri fotografi Robert Capa e Gerda Taro. Il focus è sul periodo in cui i due talentuosi artisti condivisero l’innovativa esperienza di essere fotoreporter durante la guerra civile spagnola. La loro relazione giunse a una tragica conclusione con la prematura scomparsa di Gerda, la prima fotogiornalista a morire in guerra, tragicamente uccisa da un carrarmato americano a Brunate.

Le Figure dietro i Nomi d’Arte

Robert Capa e Gerda Taro, nomi d’arte di Endra Friedman e Gerta Pohorylle, sono figure centrali nella storia della fotografia. Originariamente ebrei esuli, si incontrarono a Parigi nel 1934, in un’epoca turbolenta segnata dalla crescente minaccia del nazismo. La loro unione, sia sentimentale che artistica, li portò a collaborare come fotografi, con Gerda che giocò un ruolo chiave nel lanciare la carriera di Capa, inventando il suo personaggio di Frank Capa, un fotografo americano di successo. Questo stratagemma garantì loro visibilità e successo finanziario, preservando allo stesso tempo il loro status di rifugiati.

Testimoni dell’Orrore e dell’eroismo

Decisero quindi di documentare la guerra civile spagnola, unendo la passione per la fotografia all’attivismo politico. Le loro immagini, pubblicate su riviste impegnate dell’epoca come Vu, Life e Regards, testimoniano la devastazione del conflitto e l’eroismo della popolazione civile. Tra le immagini più iconiche di quel periodo, si ricorda il famoso scatto di Capa di un miliziano colpito a morte durante la battaglia di Cordoba, così come la potente immagine di una miliziana in addestramento, immortalata da Gerda. Quest’ultima morì tragicamente sul campo nel 1937, mentre continuava a documentare la guerra. Capa, a sua volta, continuò a lavorare come fotografo di guerra, convinto che le immagini fossero il modo migliore per narrare la drammaticità dei conflitti. Morì prematuramente in Indocina nel 1954.

La Riscoperta di un Tesoro Fotografico

L’esposizione torinese include anche molte fotografie recuperate dalla leggendaria “valigia messicana”, contenente circa 4500 negativi scattati da Capa, Taro e il loro amico David Seymour durante la guerra civile spagnola. La valigia, smarrita nel 1939, fu ritrovata solo nel 1995 a Città del Messico, dopo un lungo e avvincente processo di ricerca.