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L’attore valsusino Matteo Bianco nel triennio di studi accademici prende parte a numerosi allestimenti quali “A Chorus Line”, “Grease”, “Cantando sotto la pioggia”, e “Legally blonde”.

Da settembre 2018 inizia la collaborazione con la Compagnia All Crazy di Milano e con la compagnia i PerFORMErs con gli spettacoli “Spring Awakening”, “Febbre d’amore” “Il mio grosso grasso matrimonio gayo” e nel 2020 è in scena con Torino Musical Academy in “9 to 5”.

Nell’autunno 2021 debutta al Teatro Arcimboldi di Milano con la compagnia All Crazy e nel 2022 è in scena con “Delitto! Il musical”, “Gli sposi promessi show” (regia di Maurizio Colombi) e nelle produzioni piemontesi di Teatro al Femminile, come “Voci del Silenzio”, “Si sta come di notte sui cavi elettrici I fubamboli”. Nel 2023 a Milano entra a far parte del cast italiano dello straordinario spettacolo “Harry Potter e la cerimonia del ballo del Ceppo”, prodotto da Warner Bros e a Torino come protagonista maschile dello spettacolo “The last five years” prodotto da Off Stage Company. In questo momento è in scena con lo spettacolo “Seniloquio” di teatro al Femminile con la regia di Virginia Risso, con cui sta girando i Teatri italiani.

Parallelamente all’attività teatrale lavora in ambito cinematografico, e in diversi spot pubblicitari. Ho avuto occasione di parlare con Matteo nell’ambito del suo nuovo progetto, l’associazione culturale microTEATRO, nata a Susa nell’autunno scorso.

Silvia: Come è nata l’idea di questa associazione culturale?

Matteo: L’obiettivo della nostra associazione è quello di promuovere la cultura dell’arte, in particolar modo quella legata al teatro, al musical, alla recitazione e al canto producendo spettacoli professionali, come il musical Ailoviù andato in scena l’autunno scorso proprio a Susa e di proporre laboratori artistici per tutte le età, dai più piccoli agli adulti.

Silvia: Qual è il tuo primo ricordo in assoluto legato alla recitazione?

Matteo: Sicuramente il Gruppo Giovani del mio paese Venaus, dove ci si riuniva per confrontare le idee e scrivere testi con altri amici per poi portarli in scena.

Silvia: I tuoi genitori come hanno accolto questa tua passione?

Matteo: Quando hanno visto la forza della mia passione l’hanno compresa e mi hanno sempre supportato.

Silvia: Quali sono i ruoli a cui sei più affezionato?

Matteo: Sono affezionato in modi diversi ad ogni ruolo che ho interpretato, perché ogni personaggio mi ha permesso di esplorare sfumature diverse del carattere umano. Se proprio devo sceglierne un paio sceglierei Moritz Stiefel del musical Spring Awakening oppure Jamie, il protagonista di The Last Five Years con cui sono stato in scena a novembre.

Silvia: Come è nato il progetto del microTEATRO?

Matteo: Il progetto è nato insieme alle persone con cui ho iniziato a fare teatro, ormai quelle che io definisco la mia “famiglia”, insieme alla collaborazione di altri talenti professionisti del nostro territorio, come Arianna Luzi, che segue il percorso di canto e musical theatre insieme a me. La nostra associazione è gestita da professionisti che offrono tecnica e competenza imparati in anni di scuola e lavoro sul palco portando così una realtà professionale in ambito recitativo anche in Val Susa.

Silvia: Qual è l’approccio soprattutto dei più giovani ai vostri corsi?

Matteo: Intanto sono molto soddisfatto soprattutto dei numeri dei giovani iscritti ai laboratori, tant’è che porteremo in scena tre spettacoli diversi, proprio perché nella mia concezione di percorso formativo ogni singolo elemento deve avere il suo spazio sul palcoscenico. E poi sono molto orgoglioso dell’impegno sincero dei nostri giovani attori che si approcciandosi con talento e serietà, lasciando emergere la loro voglia di mettersi in gioco e di comunicare in libertà, per poter essere davvero sé stessi.

E se posso aggiungere, è motivo di orgoglio anche il nostro gruppo adulti, un insieme di persone uniche e talentuose, che per curiosità si sono trovare a studiare recitazione insieme e che adesso porteranno in scena uno spettacolo impegnativo ed emozionante, come dei veri piccoli professionisti del palcoscenico.