A pochi chilometri da Torino, tra la Val Sangone e la Val Chisone, c’è la Punta dell’Aquila, una montagna delle Alpi Cozie che fa parte del Gruppo dell’Orsiera-Rocciavrè e che svetta per 2.119 mt sul livello del mare, tra i comuni di Giaveno e Pinasca. Voi direte: che novità, Torino è circondata da montagne… Vero, ma Punta dell’Aquila ha una storia un po’ speciale, perché ospitava, sino al 1994, anno della chiusura, l’impianto di sci più vicino al capoluogo sabaudo.
G: <<L’impianto di risalita e le piste furono costruite nel 1961 per il volere del geometra giavenese Oscar Allais, che volle dare una possibilità economica ad una zona meno sviluppata di altre della provincia di Torino>>.
A parlare è Giuseppe Versino, attuale gestore del bar-ristorante situato nel piazzale Italia, in cima alla via, dove finisce la Provinciale e iniziano i sentieri.
M: <<In effetti la scelta fu strategica, perché la Punta dell’Aquila si trova a soli 30 minuti dal capoluogo Piemontese, facilmente raggiungibile anche per una sola giornata di svago. Fu grazie a questo lungimirante geometra che prese vita il piccolo comprensorio con 20 km di piste, la cui quota massima giungeva ai 2250 mt. di Punta Aquila. Considerando i moderni metodi comunicativi, mi viene da pensare che il suggestivo nome fu di sicuro effetto nelle campagne pubblicitarie dell’epoca, periodo di grande richiesta di novità invernali e di strutture adatte alla pratica sportiva dello sci, in grande crescita>>.
G: <<La mia famiglia acquistò gli impianti e il caseggiato che ospitava il residence e il bar-ristorante nel 1978, quando era in pieno funzionamento. Purtroppo però le cose presto iniziarono a cambiare e non in meglio: l’apertura, nei decenni a ridosso, di grandi realtà sciistiche regionali, con il conseguente calo di presenze, ed un periodo meteorologico non favorevole negli anni ’80, con annate quasi prive di neve a queste quote, fece svanire in pochissimi anni le potenzialità del progetto iniziale e i suoi successi>>.
M: <<Quindi subito dopo l’acquisto da parte vostra>>.
G: <<Sì, i problemi si accumularono e nel 1994, a causa della crisi economica galoppante, della carenza di neve per alcune stagioni e della naturale fine vita tecnica di seggiovia e relativi impianti, chiudemmo. Deve sapere che gli impianti di risalita hanno validità trentennale ed erano giunti a scadenza, come vuole la normativa, e li fermammo definitivamente nella primavera del 1994>>.
M: <<L’Aquila ha una storia speciale, vuole raccontarla ai lettori, Giuseppe? Credo che non in molti sappiano cosa accadde qui di importante>>.
G: <<Sì Mara, ha ragione; sulle pendici settentrionali dell’Aquila, nel 1898 incominciò la pratica dello sci alpinismo in Italia. In quell’anno, infatti, Adolfo Kind, un industriale svizzero, usò per la prima volta gli sci sulle montagne italiane, facendo seguito ad una precedente dimostrazione avvenuta a Torino al parco del Valentino. Da allora lo sport si diffuse.
M. <<Giuseppe, il vostro ristorante venne realizzato sotto il Grand Hotel “L’Aigle”, che nei momenti d’oro ospitava 53 camere (130 posti letto) ed era in grado di accogliere centinaia di clienti; ho avuto modo di curiosare nel vostro menù, che è tipicamente montano, ci racconta qualcosa?>>.
G: <<In cucina comanda mia figlia Arianna, che in realtà è anche un’abile pizzaiola. Nel menù proponiamo gli antipasti tipici piemontesi: vitello tonnato, tomini rossi e verdi, peperoni con il bagnetto; la regina delle nostre proposte è però la polenta, nella versione concia ai formaggi o con lo spezzatino di cinghiale. Alternativa gustosa sono le tagliatelle al ragù di manzo o su richiesta, di cervo; chiudiamo in bellezza con tiramisù, gelato alla crema con mirtilli caldi, raccolti qui sul posto, e il bonet>>.
M: <<La vostra pizza è particolarmente leggera, l’ho assaggiata più volte: qual è il segreto?>>.
G: <<Arianna lascia lievitare l’impasto almeno 48 ore, prima di usarlo, e questo permette ai lieviti di fare il loro lavoro e rendere super digeribile la pizza>>.
Giuseppe Versino è un uomo gentile e mite, che ha cresciuto qui tra i prati dell’Aquila le tre figlie e gestisce con imperitura passione l’attività. La struttura ora è in pieno fermento per la preparazione della stagione estiva, quando gli appassionati di camminate in altura e i fanatici dell’abbronzatura popolano prati e sentieri. In realtà l’Aquila è frequentata in tutte le stagioni, sia da chi pratica scialpinismo, che da chi desidera fare una bella camminata sulla neve con le ciaspole, o da chi ama stare al fresco in estate. L’escursione che parte dal piazzale prevede un percorso che non presenta grandi difficoltà, in quanto si sviluppa quasi totalmente su largo sentiero, tranne l’ultimissimo tratto in prossimità della cima, in cui si cammina in cresta ed il sentiero è un po’ esposto. Il dislivello complessivo è comunque da non sottovalutare e anche la strada, in costante pendenza, rende la salita abbastanza lunga e impegnativa, per cui si consiglia agli esperti, comunque ai camminatori allenati. Arrivati in cima a Punta Aquila, però la fatica viene ripagata dal fantastico panorama che abbraccia la pianura del torinese, del cuneese e l’intero Arco Alpino, dal Monviso al Gran Paradiso, si vede perfino il Monte Rosa.
Allora, vi ho incuriosito? Che aspettate ad andare in cima all’Aquila e poi tutti a mangiar polenta?