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Il Monte Musinè è la montagna più vicina alla città di Torino: offre un bellissimo panorama sulla pianura e sulle Alpi Graie. I primi documenti in cui si trovano citazioni relative al monte, risalgono all’anno 1020 in cui viene chiamato col nome Mons Vinanea. Sulla sua cima si erge un’imponente croce realizzata in cemento armato, ivi collocata nel 1901 per ricordare la battaglia durante la quale l’imperatore Costantino sconfisse Massenzio: la leggenda tramandata negli anni narra che proprio ai piedi del monte apparve all’imperatore la scritta “IN HOC SIGNO VINCES” grazie alla quale si sarebbe convertito al Cristianesimo facendo cambiare radicalmente la situazione religiosa in Europa. Fin dai tempi più remoti girano voci inquietanti relative a questo monte e a strani fenomeni che vi avvenivano intorno. Delle prime avvisaglie di mistero troviamo traccia in un manoscritto dell’anno 996 A.C. : “il Vescovo Amicone si trovava in Val di Susa per consacrare la chiesa di San Michele Arcangelo sul Monte Pirchiriano di fronte al Musinè. Durante la notte i valligiani assistettero a uno spettacolo affascinante: il cielo fu percorso da travi e globi di fuoco che illuminarono la chiesa come fosse scoppiato un incendio” (trasposizione da un testo latino dell’epoca). Da allora innumerevoli voci su luci e strani bagliori nella zona del monte si sono susseguite. Oltre a ciò va considerata la particolare geologia del monte: il Musinè infatti è un ex vulcano in cui il magma, nel corso degli anni, ha scavato varie gallerie al suo interno. Secondo alcuni tali tunnel costituirebbero una base militare segreta e secondo altri un avamposto alieno qui sulla Terra. Nel 1973 apparve sul monte una misteriosa lapide in metallo recante la seguente incisione: “Qui è l’ultima antenna dei 7 punti aerodinamici che, dal proprio nucleo incandescente vivo, la terra tutta respira”. Seguiva questa scritta sibillina un elenco di entità magiche operanti sul monte tra le quali Gesù, Maometto, Confucio, Abramo, Buddha, Gandhi e via dicendo. La lapide conteneva inoltre una sorta di monito “Pensate intensamente. Pensiero è Costruzione.” Cinque anni dopo la lapide scomparve e fu poi ricollocata una copia fatta da un gruppo di esoteristi nel 1984.

È nel 1978 che comunque questo monte è balzato prepotentemente alle cronache nazionali quando due giovani scorsero intense luci alla base del monte. Uno dei due dopo essersi avvicinato a una di queste luci sparì e fu poi trovato in seguito in stato di forte choc e con una vistosa bruciatura su una gamba. Quando si riprese raccontò di essere stato avvicinato da un velivolo di forma oblunga dal quale erano scesi strani esseri che lo avrebbero toccato e sollevato in aria. Va inoltre rilevato che entrambi i giovani per un bel po’ dopo tale episodio furono afflitti da congiuntivite. Nel marzo del 1986 un oggetto luminoso di grossa dimensione venne visto da due escursionisti che lo descrissero come un oggetto oblungo in cui si scorgevano forme umanoidi. Numerosi altri avvistamenti distribuiti nel corso di anni hanno dato a questo monte la nomea di monte degli alieni o addirittura la definizione di Roswell italiano. In aggiunta a ciò il monte è cosparso di zone rituali di origine celtica, incisioni che rimandano al ciclo delle fasi lunari contribuendo a infittire l’aura di magia che lo pervade. Si osserva inoltre che la vegetazione è molto rigogliosa alla base del monte e sempre più rarefatta man mano che ci si avvicina alla cima.

Meta di escursionisti, esoteristi, ufologi e appassionati del paranormale da sempre questo monte spicca sulla nostra valle coi suoi mille segreti e misteri. Una delle tesi più affascinanti, secondo il mio punto di vista, è che la zona del monte sarebbe percorsa da particolari incroci di linee geomagnetiche che concorrono a creare uno di quei rari luoghi al mondo dove anche l’impossibile a volte diviene possibile fin da che se ne ha umana memoria. Un luogo da salvaguardare e osservare con curiosità e rispetto come è sempre stato fatto fin dai tempi antichi quando l’uomo cercava di elevarsi dalla sua condizione esclusivamente materiale osservando il cielo alla ricerca di risposte più grandi, di una comprensione di un tutto universale e cosmico. E, come qui, è accaduto in altri luoghi. Come per esempio Stonehenge.

Io concludo con questa bellissima frase: “se fossimo soli l’immensità dell’universo sarebbe davvero uno spreco” Isaac Asimov