Mercoledì 13 novembre, per la rassegna “Rab Mataz”, che una volta a settimana porta in Osteria la musica di ogni genere, unendola al buon cibo e raccontando storie attraverso i suoi protagonisti, si sono esibiti The Last Coat of Pink; loro sono un trio composto da Kathya West alla voce, Alberto Dipace al pianoforte e Danilo Gallo al contrabbasso, con all’attivo il disco omonimo, uscito nel giugno 2021 per l’etichetta discografica Caligola Records. La band esplora e reinterpreta il repertorio della musica pop senza distinzione di generi e stili e da esso trae la sua forza originale e la sua ragion d’essere. Il trio si è esibito presso l’Osteria Rabezzana nello spettacolo che porta il loro stesso nome: «The Last Coat of Pink», originale rivisitazione del repertorio rock dei Pink Floyd, con un mood caratteristico ed intrigante, in cui Kathya West è la voce vellutata, Danilo Gallo il contrabassista di particolare empatia e Alberto Dipace, il talentuoso pianista. L’ipnotica e suggestiva voce di Kathya West ha affrontato il repertorio dei Pink Floyd con una rilettura visionaria ed onirica di testi e musica, in cui la poesia della voce si fonde con le sonorità malinconiche del contrabbasso e le note a volte aspre del pianoforte.
“Non è semplice suonare una vastità, ma la si può far suonare. Per il vento si può soffiare. Per l’illusione ci sono i sogni. Per i vuoti c’è la musica, quella che suona ciò che non esiste… Nella vastità spesso ci si perde. Dalla volontà di ritrovarsi, in questa vastità, è nato il nostro racconto musicale… Una vastità visionaria, quella dei Pink Floyd, in cui abbiamo voluto immergerci per sorprenderci nel ritrovarsi, sempre”.
Dalle parole di Kathya si comprende lo spirito che anima il trio e spiega come questo omaggio ai Pink Floyd sia davvero loro, così intimo e personale, ma rispettoso di quelle indimenticabili melodie che hanno cambiato il corso della musica pop.
Abbiamo sentito brani ormai entrati nel mito della musica universale come Money, Wish You Were Here, Hey You o Mother riportati a nuova vita in un progetto audace e particolare, che non ha bisogno di urlare per farsi sentire, perché in questo immaginifico viaggio sonoro i sussurri sono più rumorosi delle grida.
Insomma pubblico attento e partecipe, avvolto dalle sonorità di una voce usata come strumento, capace di portare l’ascoltatore in profondità inaspettate e di indurlo a indagare il suo io. A presto Kathya, Danilo e Alberto, Torino vi aspetta per nuove avventure musicali.