FINO AL 28 GENNAIO AL MUSEO DEL RISORGIMENTO DI TORINO, di Anna Maria Borello
Sarà visitabile ancora per qualche giorno, fino al 28 gennaio, la splendida mostra dedicata al fotografo Ivo Saglietti presso il museo del risorgimento di Torino.
Curata da Tiziana Bonomo, organizzata da Michele Ruggiero de “La porta di Vetro”, realizzata grazie al consiglio regionale del Piemonte e a Banca Intesa San Paolo, questa galleria di scatti è anche un appassionato ricordo del grande Fotografo, recentemente scomparso.
Con la sua macchina fotografica Saglietti ha girato il mondo per quarant’anni attraversandone, come lui stesso ha scritto, i confini e la storia- per conoscere le vicende di uomini e donne in qualche modo sopraffatti nella loro esistenza quotidiana.
Il suo obiettivo racconta vicende di sofferenza, di conflitti, di Prevaricazioni, di potere e di sottomissione, di senso d’impotenza e di ribellione; di Emigrazioni ed emarginazioni e di violazioni di diritti umani fondamentali.
Insomma: descrive vite messe con le spalle al muro, ma parla anche di dignità e sofferente tenacia.
A tutto questo Saglietti ha rivolto l’obiettivo della macchina fotografica nel suo impegno documentaristico: cercando l’essenziale nelle cose, cogliendo il sentimento nelle persone.
Così ha testimoniato realtà durissime, spesso ignorate o deformate da narrazioni ipocrite od opportunistiche ,forse al servizio di questo o quel potere.
Situazioni che, per essere comprese dovevano essere guardate, come lui ha fatto, a distanza ravvicinata, respirandole assieme a chi le stava vivendo.
E così ce le ha raccontate, interpellando le nostre con un linguaggio laico e potentissimo.
Lo sguardo di Saglietti è stato definito “nomade”.
Nomade, certo, ma nello stesso tempo orientato con grande passione e forza alla ricerca dell’umanità, nel senso più profondo del termine.