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Fin dai tempi più remoti l’uomo è sempre stato affascinato dal firmamento celeste come testimoniano già le più antiche iscrizioni egizie, sumere, le civiltà precolombiane. Insomma si può dire che la fascinazione del firmamento celeste e il collegarlo ad eventi meramente terreni scorgendovi spesse volte significati mistici ed esoterici è un tratto saliente della specie umana in ogni tempo ed in ogni luogo del pianeta. Qui in Valsusa, con un inquinamento luminoso presente ma decisamente in misura minore rispetto alle grandi città, esistono molti luoghi adatti all’osservazione celeste. Lungo la Via Francigena dal tramonto in poi è possibile ammirare scorci relativamente liberi da luci artificiali, in cui ammirare la volta celeste immaginando la sensazione di vedere le stelle, che già accompagnavano i pellegrini nei loro antichi percorsi su detta via, sentendosi quasi parte di un cammino della storia. I Laghi di Avigliana offrono altresì un altro buon punto di osservazione dove la presenza dell’acqua amplifica il firmamento che su essa si specchia rendendo così doppia la magia del cielo. Il Paradiso delle Rane con i suoi boschi e le sue distese erbose permette di spaziare con lo sguardo in tutto l’orizzonte, in un dialogo silenzioso con le stelle. E come non citare il Monte Musinè dove da anni si susseguono teorie di avvistamenti di veicoli extraterrestri e strane luci nel cielo? Sicuramente è possibile trovare in Valsusa un sacco di posti dove ammirare le stelle, anche perché per osservarle non servono particolari mezzi: per chi non disponesse di telescopi o ferri del mestiere può essere sufficiente un buon binocolo o anche solo ammirarle semplicemente attraverso gli occhi. Ciò che conta alla fine, e lo dico da grande appassionata del firmamento, non è tanto la tecnica con cui le si osservano, ma l’osservarle con curiosità e, per un attimo, farsi quasi trasportare in una dimensione più grande delle materialità di ogni giorno. Perché in fondo e lo diceva già il Divin Poeta nel finale della Divina Commedia, il verso forse più bello della letteratura italiana, è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.