Omaggio al celebre cronista di viaggio e mercante veneziano.
Sono trascorsi 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, l’uomo che svelò l’Oriente agli occidentali cambiando per sempre il senso e la nostra percezione del viaggio. Di certo non è una figura “dimenticata”, ma quest’anno occorre dar lustro al più illustre viaggiatore e mercante veneziano vissuto tra il 1254 e il 1324 e alle sue mirabolanti avventure, in occasione del settimo centenario della sua morte.
Venezia ha dato l’avvio ufficiale alle celebrazioni con la mostra ospitata a Palazzo Ducale fino al 29 settembre 2024 “I mondi di Marco Polo: il viaggio di un mercante veneziano del Duecento”, organizzata nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune di Venezia e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni della morte di Marco Polo, presieduto dal sindaco Luigi Brugnaro, e realizzata con la collaborazione speciale dell’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai. Un viaggio nel viaggio tra le sale di Palazzo Ducale, con oltre 300 opere provenienti dalle collezioni veneziane; dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee, fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar e Canada. Opere d’arte, reperti, manufatti e incursioni nell’opera letteraria di Marco Polo per ripercorrere la geografia fisica, politica e umana dei suoi incontri in Asia, al centro de “Il Milione”, con un approfondimento dedicato proprio alla fortuna mondiale del suo capolavoro tra Ottocento e Novecento, fino alle suggestioni della figura del mercante e della sua avventura nell’arte contemporanea.
Rendere omaggio a Marco Polo e al suo itinerario, al buon cronista di viaggio e allo storico, nel 700esimo anniversario della morte, è un’occasione importante per raccontare la sua impareggiabile e ineguagliabile vita e la sua conoscenza («acciocché si potessero sapere le cose che sono per lo mondo…») di quelle terre e popolazioni lontane, ma anche per capire quali sono, oggi, le relazioni fra questi diversi mondi e come le “vie della seta” – vie non solo per mercanteggiare, ma anche per missionari, per relazioni sociali e culturali – non abbiano smarrito importanza e attualità.
Conosciuto per aver scoperto l’Oriente lontano soprattutto in virtù del suo straordinario libro “Il Milione” (tuttora un best seller), Marco Polo è indubbiamente il più autorevole personaggio che abbia viaggiato da Occidente a Oriente e ne abbia lasciato ampia e documentata narrazione. Non ha solo descritto gran parte dell’Asia, – come sottolineano i promotori dell’esposizione – ma ha anche assunto il ruolo di supremo interprete e rappresentante della natura mercantile internazionale della sua Venezia: si può infatti affermare che la fama e la gloria della Serenissima quale capitale commerciale dell’Occidente sia stata costruita e divulgata proprio grazie a questo suo avventuroso e straordinario figlio, il cui nome, certo non un caso, non poteva che essere quello del Santo evangelista patrono della città, le cui spoglie furono anch’esse portate dall’Oriente, quella volta l’Oriente più vicino.
«Io credo che era volontà di Dio che dovessimo tornare indietro dal nostro viaggio, in modo che gli uomini potessero conoscere le cose che sono nel mondo», scrive l’autore de “Il Milione”, un resoconto dei viaggi che effettuò tra il 1271 e il 1295 in Asia, terra in quel periodo non ancora molto nota, che non solo contiene le sue memorie di un cammino lungo 24 anni, ma è anche uno straordinario affresco storico-geografico che si sovrappone alla visione misteriosa e mitizzata della Cina, frutto della cultura medievale: Marco Polo libera la Cina dal velo dell’ignoranza e svela agli europei le meraviglie dell’Oriente, dall’Armenia al deserto del Gobi.
Le celebrazioni (e con esse il Comitato) hanno una durata triennale, sono quindi previste iniziative anche nel 2025 e nel 2026. Intanto fioccano numerose pubblicazioni, come il volume “Marco Polo” a cura di Samuela Simion ed Eugenio Burgio che, in diciotto saggi redatti dai maggiori specialisti della materia, offre una guida sullo stato delle ricerche («Dopo le grandi ricerche otto-novecentesche di impianto storico-positivista, gli studi sul viaggiatore e sul libro hanno ripreso slancio nell’ultimo ventennio») e soprattutto invita a leggere, o rileggere, un classico della letteratura del Medioevo volgare: Le Devisement dou monde (o Il Milione, secondo la tradizione italiana), l’opera scritta con Rustichello da Pisa, che evoca ancora, a sette secoli dalla morte, i miti del viaggio e del ritorno, dell’Asia misteriosa e di Venezia; un mondo di merci, ricchezze, popoli, costumi inattesi.