Riflessioni sul convegno del 28 dicembre.
Sono una giovane scrittrice, aspirante giornalista, lavoro nel mondo della televisione e, leggendo del convegno del 28 dicembre dedicato a Mario Soldati, mi sono chiesta come un intellettuale morto da ormai oltre vent’anni, possa interessare i miei coetanei. Nella mia famiglia ho respirato sin da bambina un ambiente culturale attento ed interessato alle grandi figure del ‘900, per cui ho spesso sentito parlare dello scrittore e ho rivisto nelle teche RAI le puntate di quell’incredibile programma che fu “Alla ricerca dei cibi genuini, viaggio nella valle del Po”. Ho anche letto “La sposa americana” e “I racconti del Maresciallo”, libri appartenuti a mio nonno prima e a mio padre poi, che sono tuttora presenti nella biblioteca di casa e ho amato lo stile asciutto e vivace di Soldati. Detto questo, di certo ho una conoscenza di Mario, lo chiamo per nome perché lo sento moderno e vicino, che la stragrande maggioranza dei miei coetanei non ha e per questo ritengo che il convegno possa avvicinarli ad una figura così complessa ed eclettica del secolo scorso. Io credo sia la capacità comunicativa semplice ma diretta che ha espresso nei suoi lavori televisivi, assieme al rigore dello studioso dei suoi film, senza mai tralasciare le emozioni e i sentimenti, a poterli attirare, per non parlare dell’interesse per l’arte. Inoltre ritengo che spiegare a noi giovani quale sia l’eredità di Soldati, in termini di comunicazione, racconto del cibo e del vino possa far capire a noi millenial, che i moderni blogger ed esperti che si avvicendano sui social e sui Media per parlare di enogastronomia, altro non sono che suoi ignari discepoli, che per formarsi a dovere, dovrebbero vederle quelle puntate pionieristiche, per scoprire quanto siano moderne. Leggendo il palinsesto del convegno e i relatori ho visto figure illustri dell’ambiente culturale torinese, che in modi diversi e con linguaggi diversi parleranno della sua eredità e di come abbia positivamente ispirato il loro lavoro. Mercoledì andrò ad ascoltarli e spero lo facciate anche voi, cari lettori di “le 3 valli magazine”. allora “vino al vino” a tutti voi, brindate alla salute di Mario.