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L’attore italo-francese Pierre Santini, il regista Pupi Avati, il giornalista e scrittore Stefano Tamburini, l’attore Pietro de Silva sono i primi nomi trapelati fra i vincitori della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale Omaggio a Pasolini, che si terrà il 12 aprile 2025 alle 18 a Roma, al ristorante  “Il Pommidoro”, l’ultimo posto in cui cenò il poeta e regista prima di essere assassinato. Anima dell’evento è la scrittrice, docente e critico letterario Marina Pratici, a cui ci rivolgiamo per un approfondimento sulle novità e sulle dinamiche dell’imminente appuntamento, organizzato con grande professionalità da uno staff coadiuvato da Patrice Avella, Gaia Greco, Alessandra Casciari, Dargis Cyberio.

L’idea di realizzare un Premio dedicato al grande artista, poeta, scrittore, giornalista e regista Pier Paolo Pasolini, considerato tra i maggiori intellettuali italiani del Novecento, è stata vincente. Mi confermi il grande riscontro ottenuto grazie a questo evento?

Confermo. Il premio è stato accolto con grande entusiasmo sia per l’indovinatissima location premiativa, sia per il livello degli illustri premiati della prima edizione e della commissione giudicatrice.

Quali sono gli obiettivi perseguiti?

Far conoscere sempre più Pasolini. Quest’anno è veramente importante perché ricorre il cinquantenario della morte, ne consegue la necessità di divulgare ancora di più nel profondo e in tutte le sue infinite espressioni questa figura di intellettuale, scomodo sicuramente ma che ha dato un contributo indiscusso e indiscutibile nel diorama culturale. Anticipo che il 2 novembre, ricorrenza della morte avvenuta in modo violento, sempre al Pommidoro si svolge un convegno in cui saranno invitati i massimi studiosi di questo autore, anzi artista e intellettuale lucido e traguardante. Quindi non si chiude il cerchio con la cerimonia del 12 aprile, bensì si raddoppia quest’anno in occasione dei 50 anni dalla scomparsa con una serata di studi pasoliniani.

Da chi è composta la Giuria?

I componenti della giuria, presieduta da Patrice Avella, sono Lisa Bernardini, Rosella Lisoni, Gordiano Lupi, Francesco Sirleto.

I nomi dei premiati sono ufficiali? Puoi dirne qualcuno?

Vi saranno grandi nomi, peraltro rappresentativi di diverse arti così come Pasolini ha rappresentato diverse arti nel suo operato, portandole all’eccellenza.

Come si svolgerà la serata? Ai conferimenti dei premi si alterneranno contributi artistici e musicali?

Due artisti, Aldo Borgia e Giampiero Campese, impreziosiranno la serata con piacevoli intermezzi musicali.

L’evento ha ottenuto patrocini, adesioni o altro?

Anzitutto il patrocinio del Comune ospitante, di Roma, e poi il patrocinio del “Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia”, nel Friuli, luogo della famiglia materna, dell’amatissima madre Susanna Camusso, protagonista di tante sue opere ma anche attrice in alcuni suoi film (per esempio ne Il Vangelo secondo Matteo). Inoltre, oltre all’Associazione Culturalmente Toscana e dintorni, la Ciesart (Cámara Internacional de Escritores & Artistas), l’Union Mundial de Poestas por la Paz y por la Libertad. Tante realtà associative, insomma, con le quali da tempo abbiamo creato collaborazioni produttive: solo così è possibile fare cultura, senza antagonismi o rivalità più o meno esplicitate, ma desiderosi di agire con gli altri senza conflitti di alcun tipo.

Sei impegnata in una miriade di attività, sia personali che come promotrice di manifestazioni culturali in ogni parte del mondo. Ci dici quali ti hanno dato maggiore soddisfazione?

È vero, queste attività mi portano a viaggiare tantissimo… Grande soddisfazione mi dà il rapporto con i giovani; essendo il mio ambito d’azione la critica letteraria, amo molto tenere conferenze nelle università perché i fruitori privilegiati sono proprio gli studenti, che mi danno una grande carica anche quando mi fanno domande complesse e difficili, che vanno però a sfaldare l’idea che abbiamo di questa generazione, troppo spesso etichettata come narcolettica, sonnolente, addormentata, incapace di protesta: probabilmente sono altre le forme di protesta e di affermazione del sé che i ragazzi di oggi portano avanti. Quindi operare con i giovani sia nell’ambito di seminari universitari sia nell’ambito di masterclass mi dà una grande gioia e il senso di essere un individuo mediocremente utile. D’altronde la missione che porto avanti, ora in forma a distanza, è il mio impegno per i diritti minorili; desidero tornare quanto prima dove sono stata, in Cambogia e in Sud Sudan, per poter operare anche in presenza, perché ciò che vale è soprattutto la cultura del fare: oggigiorno la cultura pare che ‘aleggi’ sopra gli uomini; a volte chi fa cultura dimentica che l’ingrediente primo e paradigmatico del fare cultura sia l’humanitas: questo purtroppo non sempre viene ricordato. Ecco, quello che mi dà la massima soddisfazione è poter operare per i diritti dei minori, che sono la più grande scommessa che stiamo perdendo a tutti gli effetti e a tutte le angolature per il futuro.