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La storia che vi sto per raccontare è simile a quella di migliaia di imprenditori che a causa dell’epidemia di Covid e delle conseguenti restrizioni, hanno visto le proprie attività commerciali distrutte. Anni di sacrifici, investimenti e lavoro vanificati da un esserino grande solo pochi micron, che ha messo in ginocchio intere categorie produttive e i bilanci di molti Stati. Il ribelle protagonista di questa storia è Salvatore Gigante detto Sasà, che aveva una ben avviata trattoria in alta Valsusa al Deveys di Salbertrand: “il Gigante e la gallina”, che gestiva dal 2006; funzionava tutto alla perfezione quando quell’invisibile e infido “cinese” ha distrutto in pochi mesi il sogno di una vita. Sasà cerca di sopravvivere, nonostante non abbia ricevuto “una lira” degli aiuti governativi messi sul piatto per aiutare le imprese in crisi; va avanti con le unghie e con i denti senza sapere che dietro l’angolo c’è un altra sorpresa in arrivo: il caro bollette! Nota già i primi rincari, ancora accettabili, a fine 2021 ma la situazione esplode nel 2022, quando i costi dell’energia quadruplicano, rendendo ingestibile un’attività pesantemente energivora come la sua.

Così a ottobre 2022 chiude “senza troppe spiegazioni nemmeno ai miei famigliari e alla mia collega” racconta. Non ne può più: pandemie, assurde restrizioni, caro bollette si aggiungono alle angherie che la sua categoria già super tartassata subisce e che lo spingono a questo gesto estremo dal punto di vista imprenditoriale. Sasà è molto arrabbiato, sente il bisogno di esternare i suoi sentimenti e che questi vengano condivisi con il maggior numero di persone possibile e lo fa a modo suo. Si fa prestare una bicicletta neppure troppo performante da un amico e così senza allenamento, né particolari preparazioni si mette in viaggio da solo senza un programma preciso, senza “posti sicuri” dove fermarsi. L’idea è girare l’Italia per protesta contro uno Sato nemico dei suoi cittadini, “per vedere quello che la televisione non ci racconta ” e per farlo pedala per ben 9.200 chilometri lungo il Belpaese. Inizialmente la sua impresa non è ancora conosciuta ma mano a mano che il passaparola lo precede, si trova ad essere accolto nei vari luoghi che ha visitato da centinaia di persone: curiosi, fan e imprenditori arrabbiati come lui. Sasà dorme dove capita, mangia quel che capita ma non gli mancano mai il sostegno e l’ospitalità della gente. Il suo biglietto da visita per essere riconoscibile lungo il percorso è stata una maglietta che sulla schiena reca scritto: Fottuto dallo stato e sul petto Mi riprendo la mia libertà.

Il successo dell’impresa è grande tanto da spingerlo a trasformarlo in qualcosa di duraturo e fruibile; in questo lungo viaggio su e giù per l’Italia racconta e sente tante storie, che raccoglierà in un libro inusuale, ricco di verità e vita vissuta. E’ così che nasce “Signor Fottuto e altre storie” edito da Graffio, che è il diario-racconto della sua impresa di disobbedienza civile e di un Paese che nonostante tutto non si arrende mai e che trova sempre un modo per andare avanti, perché abitato da gente fantastica.