Finalmente un libro che ci parla, con un’ottica tutta al femminile, del vino, o meglio della cultura del vino. Fresco fresco di stampa, è infatti uscito il volume Vino è Donna – Da baccante a sommelier, a cura di Maria Luisa Alberico, Edizioni Pedrini, 225 pagine, 15 euro.
Il volume è stato presentato in anteprima nella splendida cornice della Sala Convegni “Gattinoni Group” Hub Gattinoni di Via Cesare Battisti 1/f, Torino, nel pomeriggio di venerdì 1° marzo 2024, nell’ambito del progetto culturale “Vendemmia a Torino-Grapes in Town” – Il Piemonte in un bicchiere di vino, con il patrocinio della Regione Piemonte.
Ha moderato l’incontro la giornalista Mara Antonaccio che ha dialogato con l’autrice. Durante la presentazione è stato messo l’accento sulla crescente “femminilizzazione” del comparto vitivinicolo, ove ormai il 30% delle aziende del settore è gestito da donne imprenditrici, senza contare ovviamente le donne impiegate nella manodopera. L’interesse delle donne per la cultura enologica è in costante incremento ormai da alcuni decenni, e ciò anche grazie all’attività di Enti come l’Associazione Nazionale delle “Donne del Vino”, che annovera più di 1200 adepte: enotecarie, sommelier, viticultrici, leguleie (per affrontare e risolvere i problemi legati alla rigida normativa delle etichette), ecc. Un mondo al femminile che s’impegna con passione e entusiasmo (ma non senza fatica) a rivalorizzare i vitigni autoctoni (spesso in via di estinzione), a farli conoscere, e soprattutto a diffondere la cultura del vino.
Del resto, intuizione, capacità di comporre i conflitti, sensibilità, potere di aggregazione, sintesi degli opposti, vocazione alla conciliazione… ‒ pensateci bene ‒ sono tutti valori femminili ancestrali che, nella notte dei tempi si accentravano in una dea pacificatrice e primigenia, una Natura onnicomprensiva che era anche una Grande Madre che abbracciava e proteggeva tutte le genti.
L’approccio al femminile alla cultura del vino è l’espressione di un anelito filosofico che in fondo si rifà proprio a quel matriarcato naturale originale che regolava gli equilibri del mondo. Sta proprio qui la quintessenza del libro Vino è Donna – Da baccante a sommelier.
“Un libro che – precisa l’Autrice, docente sommelier e perito assaggiatore della Camera di Commercio di Torino – non è né sessista e neanche femminista”, ma esalta il ruolo sociale e umanistico che la donna, nel suo approccio alla cultura del vino, può giocare per migliorare il benessere e la conciliazione dei popoli e delle culture. Un ideale matriarcato culturale, che si spera non utopico, dai risvolti benefici, per tornare, sotto certi aspetti, alle origini.
Interessante, poi, in questo libro è la rivalutazione della figura di Diòniso, il dio greco che i Latini chiamarono Bacco, fraintendendo la sua vera identità. Diòniso non è né un gozzovigliatore né un ubriacone: è un dio “umano”, o se si vuole un semidio, in cui la componente femminile della psiche è fortissima. Figlio di una mortale ‒ di cui Giove si invaghì e che mise incinta, e che peraltro fece una brutta fine per la gelosia risaputa di Giunone (la gravidanza venne portata avanti tra i muscoli di una coscia dello stesso Giove, utilizzati come utero) ‒ Diòniso è l’erede dei poteri di quella Grande Madre di cui si faceva cenno poc’anzi.
Quel Diòniso si traveste da donna, ed è circondato da donne (le baccanti), e delle donne possiede la sensibilità e l’intuizione: in lui ci sono tutti gli opposti, perché agisce sempre in posizioni border line. Con il vino sperimenta un altro sé stesso: sconfina in quell’universo che sta ai confini della normalità. Ma nell’ebbrezza sa mantenere quel tanto di lucidità per capire che sta danzando, come danzano i suoi capelli, sul fragile limite che separa il lecito dall’illecito, in continuo equilibrio tra la dimensione umana e quella divina.
Diòniso (cui Maria Luisa Alberico, dedica ben 3 dei 6 capitoli in cui si articola questo libro dai contenuti e dalla copertina affascinante, disegnata da Rosella Porrati), si conferma dunque “dio del vino e dio delle donne”. Per la proprietà transitiva, allora va da sé: possiamo davvero affermare che il “Vino è Donna”, affermazione che poi è anche, e giustamente, il titolo di quest’opera.
L’Autrice spiega come il vino ci parli del territorio, dei suoi produttori, dei profumi della terra, delle lingue regionali, delle culture locali, ma anche come sia un veicolo di comunicazione tra il terreno e il trascendente. Succede ogni volta che riempiamo un calice, e afferrandone lo stelo, lo solleviamo dalla terra al cielo: alzare un calice è un modo per onorare il vino, ma anche per celebrare noi stessi e brindare alla nostra cultura. Allora, niente di più appropriato di quel titolo: Vino è Donna, altroché! E niente di più coerente del sottotitolo: “Da baccante a sommelier”: un passaggio, o meglio un’evoluzione spontanea e naturale, e forse inevitabile. Al termine, brindisi con un eccellente moscato prodotto dalla Cantina Sant’Anna dei Bricchetti di Costigliole d’Asti, “Sorsi di Emozioni” brut, versato nei calici direttamente dalla produttrice, la signora Orsetta: più emozioni di così…